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mercoledì, novembre 23, 2011

IL CAPPOTTO RIVOLTATO --- TURNED INSIDE OUT COAT




Stavo applicando le toppe ad un vecchio golfino al quale mia figlia è molto affezionata e poiché avevo appena letto i blog del gruppo organizzato da Nadia, che tutti i martedì pubblicano i lavori che stanno preparando, o gli ufo che stanno finendo per Natale, la mia memoria ha cominciato a camminare a ritroso ed è arrivata al lontano Natale del 1961.
I was sewing some patches on my daughter's favorite sweater just after reading the blogs by Nadia's group, which uploads every Tuesday new projects they are working at, or the ufo they are preparing for Christmas, thus my mind started going back to Christmas 1961.


Me lo ricordo benissimo, avevo 12 anni.
Era Novembre e mia mamma che faceva la sarta, ogni tanto mi chiamava dicendo "Linda vieni che ti devo misurare".
Mi piaceva sentire le sue mani che col centimetro mi sfioravano e poi guardarle mentre scrivevano sulla pagina di un quaderno "le misure".
Vedevo che stava lavorando attorno ad un cappotto di mio papà che era grigio scuro all'esterno e verde scuro all'interno.
Un giorno mi disse di cercare in un sacco, dove lei teneva i ritagli di stoffa, e di prendere alcuni pezzettini di pelliccia grigia.
Erano pezzettini piccolissimi, insomma erano dei ritagli.
Ad un certo punto il cappotto grigio non lo vidi più, mia mamma ogni tanto mi diceva se la potevo aiutare per misurare un cappotto che stava facendo per una bambina e che era verde.
Mi piaceva fare da manichino, mi mettevo sopra uno sgabello ed ero bravissima quando mi diceva "alza il braccio, piega il braccio, gira adagio adagio che devo vedere se l'orlo è diritto".
Intanto i giorni passavano e dopo un po' non vidi più neppure il cappotto della bambina.
Mi ricordo che la vigilia di Natale del 1961 andai a letto presto perché arrivava Gesù Bambino, la mamma mi disse che lo avrebbero aspettato lei e mio papà che nel frattempo avrebbe preparato il presepe e che al mattino avrei trovato il presepe e il regalo.
Il mattino seguente mi alzai presto coi miei fratelli, ognuno aveva un regalo.
Il mio era un pacco grosso avvolto in una carta marrone e legato con una cordicella.
Ho aperto il pacco e ho trovato un cappotto "nuovo" bellissimo, con la cintura e con la pelliccia grigia sul collo e attorno alle tasche.
Ero felicissima e non avevo capito che era il cappotto che avevo provato.
A marzo del 1962 mio papà morì e io avevo il suo cappotto.
Mia mamma l'aveva rivoltato e poi per renderlo più bello aveva cucito insieme tutti i ritagli di una pelliccia. Tutto questo l'ho saputo e capito dopo tanto tempo.
Poi si è trasformato ancora, quando sono diventata un po' robusta, è sparita la cintura e poi è diventato una gonna e poi ancora le "pattine" che tanti anni fa si mettevano sotto le scarpe per non rovinare la cera sui pavimenti.
Questa è la storia del mio "cappotto rivoltato".

I remember it clearly, I was 12.
It was November and my mum was a tailor. Sometimes she called me saying 'Linda, please come, because I have to measure you'. I loved feeling her hands while she was measuring with the tape measure and then see them writing on a notebook.
I saw her working around a my dad's old coat, which was dark gray outside and dark green inside.
One day she asked me to look in a sack where she used to keep small pieces of fabric and pick some pieces of gray fur. They were really small pieces, just scraps.
One day the gray coat disappeared, my mum sometimes used to ask me if I could help her measuring the coat she was making for a little girl and it was gray.
I loved playing the part of the tailor's dummy, I stood on a stool and I was so talented when she used to tell me 'lift the arm, bend the arm, turn slowly as a dancer because I need to check the hem'.
The days were passing and after a while I didn't see the girl's coat anymore.
I remember that on 1961 Christmas Eve I went to bed early because I was waiting for Baby Jesus, my mum told me my dad and her would have waited for him while preparing the crib and that on the next day I would have found the crib and the present.
On the next day my brother, my sister and I woke up early and everyone found a gift.
Mine was a huge pack covered with brown paper.
I opened it and found a wonderful 'new' coat, with the belt and the gray fur around the neck and the pockets. I was so happy and I didn't realize it was the coat my mum made me try.
In March 1962 my dad died and I had his coat.
My mum had turned it inside out and to make it prettier she sewed together all the small pieces of fur. I realized this after a long time.
Then it was transformed again, when I became a bit big, the belt disappeared, then it became a skirt and then 'pattine', which are pieces of fabrics used in the past to walk on pavements in order not to ruin the wax.
This is the story of my 'turned inside out coat'.

Questa sotto invece è una poesia di Alda Merini.
Below instead there is a poem by Alda Merini.



Il pastrano
Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa
era un pastrano di lana buona
un pettinato leggero
un pastrano di molte fatture
vissuto e rivoltato mille volte
era il disegno del nostro babbo
la sua sagoma ora assorta ed ora felice.
Appeso a un cappio o al portabiti
assumeva un’aria sconfitta:
traverso quell’antico pastrano ho conosciuto i segreti di mio
padre
vivendolo così, nell’ombra.


The greatcoat
A certain greatcoat live for a long time in the house
It was a greatcoat made of proper wool
It was light combed
It had several making-ups
Used and turned inside out thousand times
It was the picture of our daddy
His shape was now intent and now happy.
When hanging on a loop or on a clothes hanger
It used to have a defeated expression:
Through that old greatcoat I was able to know my father's secrets
living it in the shadow.




intanto procedono i preparativi per Natale
in the meantime the preparations for Christmas go on


Rosy e i suoi pensieri tradizionali e shabby
Rosy and her traditional and shabby gifts





Simonetta e i suoi pensieri romantici
Simonetta and her romantic gifts
a




i pensieri di linda
linda's gifts


18 commenti:

Anonimo ha detto...

Thank you for sharing all about your coat. What a lovely story it makes and how touching.

lorettamochiaspri ha detto...

Grazie Linda, hai acceso un bel ricordo comune a tutte le donzelle della nostra età.

aboutgarden ha detto...

ciao Linda
grazie di aver salvato i miei lavori tra i tuoi appunti di viaggio!
a presto
simonetta

Gifelt ha detto...

Che bello il tuo ricordo: così scarno, segreto, composto , eppure così carico di affetto e di riconoscenza!
Ti abbraccio
Giulia

Leanne ha detto...

What a lovely story. You must take after your talented mum.

MulticoloredPieces ha detto...

What a lovely story and a marvelous gift!
best, nadia

flavia ha detto...

leggendo questo tuo post....ti assicuro mi sono scese le lacrime di commozione e tristezza allo stesso tempo, è tutto racchiuso in tre parole: la sorpresa, la gioia e il dolore....
grazie Linda che sei passata da me e grazie di aver condiviso un tuo ricordo a tutte noi...a presto!

Vickie ha detto...

Thank you so much for sharing! It is a very heartwarming story!

Luz ha detto...

La storia del tuo cappotto è un tessuto d'amore, storia di altri tempi, di ricordi, di semplicità, felicità e rammarichi.
Fa bene condividere certi attimi.

dany ha detto...

Mi fai ricordare, la mia infanzia quando mia mamma preparava i vestitini per le mie bambole e poi li dava a Santa Lucia ... che me li lasciava in soggiorno con qualche caramella uno o due mandarini(perchè le clementine non esistevano, quindi tanti semi da sputare!) ed io non sospettavo nulla. Tu hai ricreato quella magica atmosfera! grazie baci Daniela

fantasia e dintorni ha detto...

cara Linda io sono nata nel 1961 ma ricordo benissimo nelle elementari quando mia mamma mi cuciva gli scamiciati con tessuti scozzesi riciclati da suoi abiti... Me ne ha fatti tanti davvero e io non riuscivo ad apprezzare quanto amore ci metteva nel tagliarli su misura per me arricchendoli con passamanerie per renderli più carini... E tu mi hai fatto rivivere tanti ricordi e tante emozioni... riesci sempre a toccare gli angoli profondi del cuore.
E grazie anche per essere stata così carina da passare a trovarmi e immortalare l'attimo...
Un abbraccio, pensami in questi giorni a Modena...
Rosy

Cristina ha detto...

Un ricordo che non ti lascierà mai...
un bacione

fatarruffata ha detto...

Che nostalgia... ho una foto di quando ero bambina (primi anni 60), sono insieme a mia madre ed io indosso un vestitino che mi confezionò con le sue mani, quella foto ingrandita e incorniciata, ora campeggia in una parete della mia sartoria :)

Maggi ha detto...

What a lovely and very touching story.

Dorothy ha detto...

Linda, that is a wonderful story about your "turned inside out"coat. Thank you for sharing the story with us. I too,lost my father at a very young age.

Bea. ha detto...

Veramente bello questo racconto …. Ed è questo che rende speciale il tuo blog..
Io conservo ancora un pezzo di tessuto di un vestitino che mi fece mia madre…

ciao bea.

Mariangela ha detto...

dolci e toccanti ricordi che tu sai così bene raccontare.
Grazie Linda, perchè, in parte appartengono anche a me.

Donata Curtotti ha detto...

Cara Linda... grazie per aver condiviso questi lontani ricordi... mi hai commossa davvero.
Felicissima di averti conosciuta!
Un abbraccio grande!
donata